L'eroica
(Reportage del Naturaider Sebastiano Favaro)
"
un viaggio come il vino da assaporare piano piano"
Pare
che il ciclista d'altri tempi non debba tramontare mai. Per capire
una passione vanno ricercate le forme più particolari ed
emozionanti e io, amante incontrollato delle due ruote non potevo
non accorgermi di una manifestazione ricca di bellezza e polvere
come l'EROICA.
Questa manifestazione si sviluppa nel Chianti su percorsi con distanze
variabili da 38 a 205km prevalentemente su strade bianche rievocando
con bici abbigliamento e ristori d'epoca gesta di eroici uomini
che pedalavano con tenacia e volontà indomabile il secolo
scorso.
Portata a termine la prima volta nel 2005 con una mtb dopo una serata
tra Naturaider pappardelle di cinghiale e vino, ancora prima di
terminarla sentivo che qualcosa non andava. Mi sentivo fortunato
ad aver scoperto un evento simile ma allo stesso tempo mi sentivo
un intruso e un po' in colpa. Il mio abbigliamento e il mio "cavallo
di battaglia" erano troppo diversi dagli eroici che faticavano
tra la polvere attorno a me. Mi dovevo preparare per l'edizione
successiva e per il fatto che nulla viene per caso durante l'inverno
complice un bicchiere di vino e un amico curioso sulle mie scorribande
in bicicletta scopro una bici d'epoca dimenticata in un garage.
Contratto velocemente il prezzo, troppa era la gioia di iniziare
a sistemarla.
Riportata alla luce, inizia frenetica, la ricerca di informazioni
sul restauro necessario per affrontare l'epica impresa. A vista
non manca nulla, di ciò che viene considerato "eroico"
cavi freno esterni, comandi cambio nel tubo obliquo pedali con cinghietta
su cui alloggiare i puntapiedi e sella italia di cuoio.
La mia Bianchi Ghisallo risalente agli anni '60 come una prima donna
acquistava tutte le mie attenzioni.
Prima missione cercare testimonianze. E fu così che arrivai
quasi per caso a Cesiomaggiore in provincia di Belluno paese della
bicicletta e sede del Museo storico "Toni Bevilacqua".
A curarlo come un figlio Sergio Sanvido ex eroico corridore e ora
qualificatissima persona utile per il mio restauro. E' disponibilissimo
a chiacchierare di corse e tubolari ma soltanto dopo avermi mostrato
gli oltre 200 esemplari ed i numerosissimi cimeli appartenuti ai
campioni del passato.
Carpisco utili dettagli, come l'olio di vaselina da spalmare per
almeno venti giorni sulla sella in cuoio, "diventerà
morbidissima" mi dirà. Mi suggerirà poi di controllare
ed eventualmente cambiare le sfere e i coni dei mozzi ruote, della
guarnitura Campagnolo e della serie sterzo.
Base di lavoro come sempre l'officina dei fratelli Scavezzon dove
tra Cannondale e Trek per alcuni giorni un mezzo meccanico "diverso"
prenderà posto attenzione e curiosità dei clienti.
Attrezzi usati oltre alla vista acuta di Emilio meccanico professional
che mi assisterà nel lavoro qualche chiave inglese un martello
e tanta pazienza. Inizia così a colpi di martellate il tentativo
di togliere i prigionieri che bloccano le pedivelle e contestualmente
iniziano anche i miei pensieri "e se mi si sbloccano mentre
pedalo?che fine farò?Mha
..
Dopo poco e la volta della serie sterzo e dei mozzi. Devo stare
attento a non perdere le sfere che dopo decenni ritrovando la libertà
pensano bene di sperdersi per l'officina. La catena mi pare antica
ma a posto il cambio Valentino Super della Campagnolo lavora bene
e ne cambierò per sicurezza soltanto i cavi utilizzandone
due di usati recuperati nella cassetta del ferro vecchio (Bartali
nel '49 usava il cavo frizione di motocicletta perché più
robusto e sicuro). Una leggera centratura dei cerchi e una più
energica pulita renderà le due ruote lucenti e brillanti.
Ora c'è da ripulire il cerchio dal vecchio mastice prima
di rincollare i nuovi tubolari. Molta calma e precisione per alloggiare
e centrare il tubolare leggermente gonfiato. Ora manca soltanto
il riassemblaggio.
Le sfere, trovate dopo aver girato un paio di vecchi rivenditori
di bici, quelli per intenderci che mantengono gli scaffali di una
volta dove poter rimestare tra stupore negl'occhi e calibro pronto
per misurare spessori e lunghezze, ci sono, il grasso abbonda e
cosi inizio pieno di smania ad ingrassare il mio cavallo. Presto
capisco che non è importante ricordarsi quante sfere ci fossero
state per cono. Ci si regola con lo spazio e dall'affinità
tra cono e controcono affinché il mozzo possa girare ma senza
lasco (poi è soltanto una questione di sensibilità).
Il velocipede prende forza ma nel caso di foratura mi accorgo di
essere sprovvisto di pompa d'epoca. E fu così che complice
l'invito di un amico vespista abituè dei mercatini dell'antiquariato
entriamo nell'autodromo di Imola per la mostra scambio auto e moto
d'epoca. L'odore della pioggia ci accompagnerà a piedi lungo
i cinque km del circuito dove due e quattro ruote hanno segnato
la storia dei motori. Ma alla fine bagnato ma soddisfatto me ne
ritornerò a casa dopo aver trovato tra gli scatoloni di un
rigattiere la pompa che cercavo e soprattutto per aver calcato a
piedi curve storiche dell'autodromo Enzo e Dino Ferrari come la
Tosa e la Rivazza.
Tutto si stà allineando. Infine l'abbigliamento d'epoca di
una squadra di Mestre trovato nella sede del gruppo ciclistico Maerne-Olmo
a due passi da casa mia. Qui tra vecchie coppe di gare provinciali
polvere che le affascina e dona loro la forza di un tempo riemerge
uno scatolone con divise di almeno quarant'anni. L'odore di lana
ammuffita non mi ferma dal provarla subito. Un po' stretta ma Eroica!!.
Un quasi eroico comincia a prendere forma in uno scantinato.
Si parte. E' la prima volta che viaggio in compagnia di una signorina
più vecchia di me. So che mi accompagnerà e non mi
tradirà. Arrivo a Gaiole il giorno prima e nel pomeriggio
dopo aver visitato l'esposizione di bici, abbigliamento d'epoca
e aver avuto il culo di acquistare un paio di scarpe "Detto
Pietro" d'epoca fondo di magazzino per 20 euro mi ritiro nello
spogliatoio ospiti del campo di calcio di Gaiole dove in un materassino
assieme ad altri eroici trascorrerò una notte di pensieri
tutti rivolti al mio ferro buono.
Sveglia alle 4 e partenza alla francese alle 5 tra buio e una temperatura
frescolina. Per fortuna che oltre ai pantaloncini e alla maglia
di lana avevo trovato una tuta d'epoca della squadra che mi proteggerà
fino alla prima salita. Partenza. Uno sciame di lucine bianche e
rosse si confondono e danno vita ad un armonia che si susseguirà
tra vigneti e i borghi antichi. Si sfiora Siena tra cipressi e aspre
colline Montalcino nei pressi del Passo del Lume Spento poi Val
d' Orcia e Val d'Asso dove la bellezza delle case coloniche rende
il paesaggio multiforme. Strade bianche e spazi che trasudano lo
spirito di una cultura antica fortunatamente vicina a noi contro
tutte le esasperazioni dello sport.
Mordendo il manubrio e sentendo frusciare le ruote sotto di me oltre
ai km si susseguono anche i ristori, rigorosamente d'epoca dove
è indispensabile fare scorta di pane salumi dolci caserecci
un bicchiere di vino rosso e nei pressi di Asciano anche di Ribollita.
Riparto dopo l'abbuffata e non posso non ricordare il grande Ginaccio
Bartali quando nel '48 ripartiva dai ristori con nelle tasche posteriori
mezzo pollo disossato. Eroici che in ogni salita premono sui pedali
danzando e forzando la spinta con tutto il corpo.Tenacia e forza
di volontà. Quanta fatica!!
Che dire di più provatela. Vi accorgerete che qualcosa vi
stupirà, forse il fatto di prendere in giro la società
tecnologica di oggi o più nostalgicamente sentirete di aver
bisogno di un tempo passato dove uomini con la nostra stessa passione
vivevano in un mondo senza essere delle macchine.
Ciao a tutti dal Naturaider Sebastiano Favaro
CARATTERISTICHE TECNICHE
TIPO DI STRADA: ASFALTO,STERRATO
TIPO DI BICICLETTA: IBRIDO, STRADA PER CHI: NATURAIDERS CICLOTURISTI,CICLOAMATORI
PUNTO DI PARTENZA E ARRIVO:GAIOLE IN CHIANTI
LUNGHEZZA:205km DISLIVELLO COMPLESSIVO: 3500 m circa
DIFFICOLTA': IMPEGNATIVO
NOTE: DA AFFRONTARE IN TUTTA TRANQUILLITÀ E NOTEVOLE SPIRITO
DI ADATTAMENTO I 112 km DI STRADA BIANCA
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