Nunavik Adventure Challenge è un progetto per fare conoscere e praticare ai giovani Innuit della regione NUNAVIK le varie discipline outdoor.Questo territorio situato nell’estremo nord del Quebec in Canada, ha una superficie grande quanto la Francia ed una popolazione di 12.000 abitanti distribuiti in 14 villaggi situati lungo la costa.É accessibile solo in aereo e nel breve periodo estivo anche via mare con navi mercantili.Dal 6 al 20 Settembre lo staff di Endurance Adventure.com , che gestisce il progetto, incaricato da KATIVIK, il Governo Regionale Nunavik e da MAKIVIK Corporation, l’Autorità che tutela i diritti del popolo Innuit, ha organizzato la terza edizione, con due eventi: il primo nel villaggio di Ivujivik ed il secondo nel villaggio di Salluit.
La NAC è una settimana di sport e avventura nella quale i giovani apprendono le tecniche degli sport outdoor, sia in termini teorici che pratici, partecipando alle varie escursioni di trekking, di mountain bike, di orientamento, di canoa e di scalata, inquadrati e seguiti da atleti d’élite di “adventure race”.
La settimana termina il sabato con la NUNAVIK ADVENTURE RACE, ideata per far debuttare
i giovani Innuit nel mondo delle “Adventure race”.
Lo staff di Endurance Aventure.com in questa occasione, era composto da 14 canadesi di cui 4 Innuit, da due francesi e da due italiani; Stefania ed il sottoscritto.
I giovani e tutta la comunità Innuit, hanno partecipato con grande entusiasmo ed in modo massiccio ai due eventi che si sono susseguiti nelle due settimane di settembre.
Nel piccolo villaggio di IVUJIVIC (327 abitanti), il centro abitato più a Nord del Quebec, situato nella Baia di Hudson e successivamente, nel villaggio più vicino a 120 km di distanza, SALLUIT (1.200 abitanti) durante tutta la settimana i ragazzi, ma anche tanti adulti, che non hanno resistito al richiamo degli sport outdoor, si sono cimentati nelle prove di kayak, di mountain bike e di scalata. Per molti di loro era la “prima volta”, ma la velocità di apprendimento e adattamento ci ha stupito. Dopo la prima salita con la mountain bike a spinta, hanno ben presto imparato che il cambio anteriore e posteriore permetteva di salire con uno sforzo minimo. Stessa cosa in kayak, due giri su se stessi e poi via, per andare diritti bisogna pagaiare con la stessa intensità a destra e sinistra. Per la scalata e i passaggi di corda invece, eravamo noi quelli più in apprensione.
Spettacolare la “tirolese” lunga 180 metri, dalla quale i ragazzi si lanciavano per passare da una sponda all’altra di uno dei tanti laghi di cui è disseminato il Nunavik. Per decidere il punto esatto in cui installarla, abbiamo utilizzato il GPS, localizzando prima i due waypoint sulle sponde del lago e verificando poi la distanza fra di loro e la differenza di quota per calcolare lunghezza e pendenza delle corde.
Bravi e nessuna titubanza questi ragazzi, tutti hanno seguito le istruzioni, ma soprattutto nessuno ha avuto timore o paura “del vuoto”.
Si fa presto a capire che sono cresciuti in un ambiente in cui la forza della natura ha ancora una grande importanza. In questo breve periodo estivo la temperatura varia fra i 3° ed i 10° , mentre la temperatura media in gennaio è -35°, ma scende molte volte a meno 40°.
Il paesaggio è quasi lunare, non ci sono né alberi né cespugli, il limite della loro crescita è 600 km. più a sud. Solo muschi e licheni, che di tanto in tanto, ricoprono tratti di roccia e granito levigati dal ghiaccio e dalle nevi che al disgelo formano migliaia di laghi e torrenti con acque pure e limpide.
Per tutta la nostra permanenza abbiamo bevuto queste acque rifornendoci dai torrenti con taniche. Oltre ad organizzare escursioni ed allenamenti quotidiani coi giovani Innuit, lavoriamo alla preparazione dell’ Adventure Race del sabato.
Quando ci allontaniamo troppo dal villaggio, per cercare i vari punti di passaggio, portiamo sempre con noi, oltre al GPS, un fucile, un coltello, alcuni razzi e bombolette di gas narcotizzante anti-orso.
Qui infatti le visite di orsi polari sono abbastanza frequenti: nell’inverso scorso uno si è spinto sino in paese aggredendo un bambino, mentre diversi gruppi di lupi artici sono stati avvistati non molto distante. Il GPS invece ci serve per tracciare il percorso che poi riportiamo sul computer con i vari ceck point e relative altimetrie, e diventa indispensabile per trovare la strada del ritorno quando scendono all’improvviso le nuvole, riducendo la visibilità a zero; cosa che qui succede in continuazione.
Proprio questo tempo così variabile, rappresenta l’incognita del Grande Nord. Gli aerei infatti a queste latitudini, volano a vista, in quanto non c’è alcuna copertura di “torri di controllo” e l’atterraggio nelle piccole piste ghiaiate dei villaggi è possibile solo quando la visibilità lo consente.
Dopo una prima settimana ininterrotta di bel tempo, evento più unico che raro in questo luoghi, nei giorni successivi è la pioggia ed il vento che ci tengono compagnia.
Questo però non ci impedisce di apprezzare la bellezza di questi spazi immensi e vuoti.
Anzi il grigiore della pioggia e delle nuvole basse che si posano sul mare rende tutto quasi surreale; il cielo si unisce a terra ed acqua e ti senti un piccolo elemento integrante di questa natura. In una di queste giornate, con pioggia e vento, usciamo in kayak ed abbiamo la fortuna
di incontrare prima un gruppo di beluga e poi un branco di grosse foche che nuotando sul dorso ad una velocità incredibile, prima puntano su di noi e all’ultimo istante si immergono passando sotto i nostri kayak per riemergere poco più avanti. Bellissimo, un attimo di incredibile emozione.
Il giorno della gara è una gran festa, e dobbiamo limitare il numero dei concorrenti a 40 per le bici ed i kayak che abbiamo portato e messo a disposizione dei ragazzi.
Pensate il 12% della popolazione in gara: immaginate se a Milano partecipassero il 12% degli abitanti: avremmo una gara con 156.000 concorrenti !!!
E’ un evento anche per l’intera comunità del villaggio. Il sorriso con cui questi ragazzi affrontano la competizione e tagliano il traguardo è per noi una grande soddisfazione.
Una menzione a parte per i due giovani vincitori a Salluit: Audlauk di 15 anni e Saviakjuq di 16 anni. Questi, dopo essersi iscritti di buonora, sono partiti a bordo del loro quad e con tanto di fucile hanno sparato al colpito al volo due anitre artiche, proprio mentre transitavano vicino a me intento in quel momento a segnalare con bandierine il percorso. Bravissimi e grande colpo d’occhio. Poi dopo aver gareggiato e vinto, sempre per non perdere tempo, nell’attesa della premiazione, sono ripartiti a caccia e li rivedo, sorridenti più che mai, con altre sette anitre in bella mostra sul davanti del quad. Mi complimento con loro per il bottino della giornata, ben nove anitre. Sono la conferma che la caccia rappresenta per gli Innuit una parte importante della loro vita, ma soprattutto, da questi parti, si diventa grandi alla svelta.
Nella serata della premiazione, all’interno della palestra della scuola, dove si entra senza scarpe per non sporcare, tutti riceveranno un premio. Si tratta di articoli sportivi, come snowboard, zaini, ecc., così potranno continuare a fare sport anche dopo la nostra partenza.
Vedere tante persone, giovani e adulti contenti e riconoscenti ci riempie di gioia; ci chiedono quando torniamo: “next winter” rispondiamo. “Next week ?“ no, magari: “next winter” per una nuova avventura nella stagione per eccellenza della regione artica.
Un territorio tutto da scoprire il Nunavik, ancora molto selvaggio e incontaminato e pertanto in grado di regalare grandi emozioni.
(Roberto Mattioli)
Per tante altre curiosità : www.nunavikadventurechallenge.com e www.nunavik-tourism.com