- Video di Federica Friz
https://www.youtube.com/watch?v=2_XBPUXEthM
Report di Marinella Candilio
L’infortunio, la domenica precedente ,di un membro della squadra che avrebbe dovuto gareggiare fa sfumare la partecipazione e mi riprometto di riprovarci l’anno prossimo infatti, la distanza ed il fatto di non conoscere il perimetro mi avevano fatto escludere una partecipazione a Livigno.
(il video si trova in fondo all’articolo)
Avevo già organizzato altrimenti quando mercoledì 28 mi chiama Federica chiedendomi se fossi interessata a fare il raid con lei e Daniela che erano rimaste in due, preciso di non aver mai sciato a Livigno ed accetto felice.
Anche Federica e Daniela conoscono pochissimo Livigno, decidiamo di arrivare venerdi notte per poter esplorare bene gli impianti. Sabato cominciamo il giro dal versante di Carosello 3000, esploriamo i vari impianti e le sedi delle prove speciali, incontriamo anche altre squadre in giri di perlustrazione. Con Daniela e Federica l’affiatamento è buono, tutti sembrano simpatici, gli impianti e le strutture per le prove sono perfetti, la giornata è bellissima e la neve tiene. Il mio entusiasmo è alle stelle.
Poi un taglio azzardato ci porta completamente fuoripista e per un’ora e trenta esploriamo i pascoli sopra Livigno. Arriviamo miracolosamente a fondovalle, è tardi ma sappiamo che dobbiamo andare subito sul versate del Mottolino per avere almeno un quadro d’insieme degli impianti. Facciamo un rapido giro sommario e rientriamo verso il race office per iscriverci e ritirare le pettorine. Siamo stanche e forse un po’ preoccupate di non aver potuto studiare bene il comprensorio.
La lettura del roadbook ci conferma che le cinque ore di gara non sono sufficienti per toccare tutti i checkpoint, sabato sera, tra un pizzocchero e l’altro tiriamo fuori tutte le diverse ipotesi ; nessuna ci convince appieno. Solo la mattina a colazione prendiamo la decisione di partire con la telecabina di carosello 3000 tralasciando i punti nella prossimità del race office all’eventuale arrivo.
La partenza è un po’ una delusione, tra l’asfalto il fumo ed i fatto che non partiamo subito con gli sci anche se entriamo subito nella gara accumulando preziosi punti e, tra la scalata al checkpoint 1, skicross, freeride e vari altri check point in boschi e vallette, siamo soddisfatte della visita al carosello 3000. Ma il tempo stringe dobbiamo andare subito al Mottolino tralasciano qualche punto che avremmo preferito recuperare. Ci rendiamo conto che sarà proprio il tempo a determinare la gara.
Arrivate in cima al monte Neve decidiamo di tralasciare il freeride del mottolino vediamo invece il checkpoint 2 anche questo parecchio in alto. Daniela, terrorizzata dalla prova del salto si rende disponibile a saltare pur di non doversi arrampicare . La fatica comincia a sentirsi, arriviamo in alto ma siamo davvero sfinite, recuperiamo vari altri check point e foto e svolgiamo le prove KL e slalom gigante. Il tempo scorre veloce e dobbiamo effettuare altri tagli al percorso. Mancano 40 min alle 1430, dobbiamo rinunciare ad airbag e freestyle perché non riusciremmo a tagliare il traguardo.
Ci avviamo verso il race office, siamo fortunate, l’autobus passa subito… siamo tranquille con i tempi. Ma ecco apparire 2 ape car in cima ad un bar. Non possiamo rinunciare, scendiamo scattiamo la foto e poi di corsa verso il race office con gli sci in spalla per l’ultima prova, la planata sull’acqua.
Questa è la prova che mi preoccupa di più: Federica e Daniela, reduci dalla Val Gardena, mi assicurano che è facile. Rassegnata tolgo zaino, giacca, pile certa di finire in acqua e mi avvio con le altre sulla rampa per la partenza. Guardare le altre squadre aumenta le mie preoccupazioni: chi finisce in acqua, chi cade all’uscita, decido di far andare avanti le due compagne cosi da non potermi tirare indietro ma la tentazione è forte. Quando parte Daniela va pianissimo e esce con perfetta eleganza dall’altra parte, Federica al contrario prende velocità e si esibisce in un saltino all’uscita. Tocca a me. Mi lascio scivolare, reprimo tutti gli istinti di intervenire sulla velocità e mi concentro sullo stare in equilibrio. Credo di aver chiuso gli occhi mentre ero sull’acqua, ho sentito gli schizzi sui pantaloni e poi con gran sollevo mi sono trovata dall’altra parte asciutta.
Che soddisfazione! Che giornata! Tornano in mente tutti checkpont introvabili nei boschi il ritrovamento della locandina di DJ chiquito, la discesa dal checkpoint monte neve sul sedere… Non vedo l’ora che sia l’anno prossimo: riparteciperò di sicuro, anzi mi riprometto di passare qualche ora negli snowpark per essere meglio preparata. Mi rendo conto d’un tratto che è proprio questo il punto e la bellezza della manifestazione: aver mescolato tutte le discipline e le specialità che si fanno sulla neve e aver portato assieme gli appassionati di sport che ingiustamente si considerano distanti in un unico bellissimo e divertentissimo evento.
report di Daniela Grassi
Milano, venerdì 30 marzo 2012, ore 2030.
Sto caricando sulla macchina di Fede i miei sci ed i miei bagagli, li ho scaricati poche ore prima dalla mia macchina rientrando da Sestriere.
Ed ora si parte per Livigno…per un momento li guardo e mi chiedo…ma io forse sto impazzendo?
A chiusura del divertente raid la risposta è no, non sono impazzita, ne valeva la pena.
Come squadra femminile torniamo a casa cariche di premi, primo fra tutti la rivoluzionaria maglia Rewoolution che mi consentirà di praticare sport indossando tessuti naturali anzichè fibre sintetiche, una maglia in pura lana merino che potrò indossare anche per gli sport estivi, superando il limite mentale che porta a credere che la lana sia un tessuto da utilizzare solo nella stagione invernale. Grazie sia alle proprietà della lana sia alla lavorazione con tecniche evolute da parte di rewoolution la maglia è utilizzabile in ogni stagione a diretto contatto con la pelle, così da consentire un perfetto isolamento termico. La lana infatti non isola solo dal freddo, ma anche dal caldo, tanto che il popolo dei tuareg la indossa sia per proteggersi dalle elevate temperature diurne sia per ripararsi dal freddo della notte nel deserto. Inoltre, più la lana è fine e ondulata, maggiore è il suo potere isolante. Della nostra gara ha già scritto Marinella un racconto esaustivo.
La neve a Livigno era buona, nonostante la strana stagione invernale 2012, la gara forse fisicamente ancora più impegnativa di quella nelle Dolomiti, anche per via della lanterne da 1000 punti posizionate in cima alle montagne, da raggiungere a piedi.
Il sabato siamo andate per campi, ma siamo riuscite comunque a studiare la situazione ed elaborare una strategia di gara sulle piste di Livigno sconosciute a tutte noi tre.
Sul finale un eccesso di confidenza con la prova di “planata sull’acqua” già effettuata e Plan De Gralba, unita all’ aver assistito alla caduta in uscita di chi l’ha affrontata in velocità mi porta a pensare “vado piano”, talmente piano che rallento molto sul finire della pozza e faccio appena in tempo ad uscire senza bagnarmi.
Torno a casa con la voglia di provare gli sci salomon bbr e di partecipare ai raid invernali rewoolutionraid del prossimo anno.
Rigorosamente in una squadra diversa da quella di Fede però…a Livigno ho evitato di nuovo il big air bag, questa volta teoricamente presente in ben due prove, per fortuna non avevamo tempo…l’anno prossimo rischierei di non avere scampo…;-)
11 aprile 2012 a 16:48 (UTC 0 )
bravissime !!