L’Adventure Race Sardegna e’ stata una gara dura: difficile la lettura della cartina, impervio il sentiero (quando c’era!) e a tratti violento il meteo (con piogge forti anche per ore e temperature a 5 gradi). Le squadre al via erano 11, ciascuna di 2 atleti, tutti di livello internazionale. Sette i paesi rappresentati, tre coppie tutte italiane, tra cui la nostra squadra M6-SPORT, composta da Marcello Parmigiani e Federica Friz, una coppia italo-americana (con Marco Ponteri e Slater Fletscher), la squadra sarda S-Cape Travel (con Fabio Murgia e Manuel) -la miglior classificata tra le italiane- due coppie turche (Touareg Turk 1 e 2), due squadre spagnole (Buff al 2° posto e Bimbache Extrem al 3°), Lurbel, polacca, prima classificata con i supermen Marcjanek e Kielbasinski, una britannica (Ales) e Pedini-Iret squadra franco-canadese icona delle “gare d’avventura”.
Una gara decisamente dura sotto ogni punto di vista, 350km il percorso con varie discipline, corsa orientamento, mountain bike, canyoning, arrampicata, kayak. Un percorso tutto ideato da Telemaco Murgia l’organizzatore e lui stesso atleta di adventure race e dall’ente per il turismo sardo.
Dalla partenza, si è notato subito che il percorso era più impegnativo di quel che ci eravamo immaginati,un terreno difficile con pochi sentieri dove a volte correre era impossibile, e molte sono state le squadre ad aver avuto difficoltà ad orientarsi, leggere nella mappa l’orografia è stato il problema iniziale, molti sentieri e strade non erano segnati, le sezioni erano molto lunghe e inoltre il meteo, che alla partenza sembrava ci avesse risparmiato è stato inclemente, freddo e pioggia ci hanno accompagnato dal primo pomeriggio, fino al giorno seguente. Questo però non ha fermato la voglia di avventura e gara in un ambiente tra i più selvaggi e inabitati della Sardegna. Le squadre hanno continuato imperterrite la gara, anche alcune che hanno sfidato la prima nottata gelida senza riparo, con solamente una coperta termica e che hanno ritrovato il percorso solo la mattina seguente.
La gara si è svolta dapprima, nel territorio di Urzulei, per poi spostarsi nella zona di Orgosolo, e Oliena, per terminare poi ,dopo l’ultima parte di kayak a Cala Gonone uno tra i posti più belli e naturali della Sardegna.
Per Marcello Parmigiani:
Il momento migliore di questa gara è stata l’emozionante alba dopo la partenza, sulla cima piu alta del supramonte con l’orizzonte a 360 gradi che spaziava da una costa all altra dell isola, tra il silenzio delle roccie e dei ginepri.
Ma oltre alla gioia c’è stata sofferenza, dopo ben 15 ore di cammino con pioggia e vento gelido e temperatura a 5 gradi, lo sconforto si è amplificato quando, convinti di poter fare un taglio sulla mappa per raggiungere la lanterna 6, abbiamo scoperto che è al di là di un monte c’era una gola impossibile da attraversare, così stanco e infreddolito abbiamo dovuto raggirare l’ostacolo navigando solo con la bussola e allungando di parecchio la strada per raggiungere il punto che cercavamo.
Per Federica Friz:
Il momento più emozionante è stato camminare sulla cresta di una montagna all’alba, potendo guardare il sole rosso che sorge e avere la visuale su tutta l’Isola, verso Nord e verso Sud. E’ stato una sorpresa appurare quante montagne ci sono in Sardegna! Divertenti anche gli incontri con le uniche forme di vita incrociate in 3 giorni: vacche, maialini e muli allo stato brado.
Il momento di sconforto è stato causato dalla difficoltà di lettura della cartina, che non sempre ci conduceva al primo tentativo alla giusta lanterna. Una linea nera sulla cartina a volte era una strada bianca, altre volte un sentiero non più largo di 50cm. Inoltre non tutti i sentieri erano segnalati sulla cartina. Questo voleva dire navigare prendendo come riferimento l’orografia.
La difficoltà fisica più grande è stata camminare con lo sguardo sempre rivolto al sentiero: tutto pietre, sassi, pietraie, terreni sconnessi, e con la pioggia scivolosi per ore e ore e ore (17 per la precisione nel primo giorno!)
—–
Grazie all’ attrezzatura fornita dagli sponsor SHplus, Wind-Tex, Dryarn, Bee, il team M6-sport ha resistito a tutto questo e ha raccolto un’altra stupenda esperienza di questo spettacolare mondo dei Raid Avventura.
7 commenti
-
-
daniele says:
per dire la verità a me non manca la volontà o il desiderio,il fatto è che io vivo in calabria e di raid o simili non se ne conosce nemmeno l’esistenza,dovrei quindi,ma con piacere,spostarmi fuori,ma ,essendo solo,spesso mi scoraggio e sto erroneamente a casa.Faccio spesso,però degli allenamenti unendo diverse discipline:MTB-RUNNING-CANYONING,oppure in inverno MTB-ARRAMPICATA O ALPINISMO-SCIALPINISMO,piccoli raid con un unico partecipante,io.
comunque parlarne e conoscere gente come voi per me è già un gran piacere.
l’idea del curriculum è interessante e se posso achi e dove posso inviarlo?
coplimenti dinuovo per il sito e tutto il resto.ciao -
mapa says:
Sono personalmente rimasto sbalordito a leggere le difficolta’ del sardiniaraid,mi piacerebbe conoscere i superman che hanno vinto! (ed anche quelli che in qualche altro modo sono arrivati in fondo!). Vedendo i posti
mi immagino uomini della pietra brancolare tra le scoscesita’ del percoso, dirupi, arbusti, per cercare la tana o accendere il fuoco sotto lo scrosciare della pioggia…..visto che sia le carte topografiche che i cerini erano sicuramente inutilizzabili in quelle condizioni!
In ogni caso: complimenti! ….ed ora godetevi tranquilli un po’ di relax!
Daniele Lista says:
11 maggio 2011 a 15:34 (UTC 0 )
semplicemente fantastico.i raid credo siano l’essenza dell’attaccamanto alla natura, allo sport e soprattutto a noi stessi.sarebbe il mio sogno partecipare ad uno…ammiro molto voi che lo vivete….complimenti…