La
cambogia. Un posto che ti riempie. Non e' per niente turistico,
e anche nella cittadina di Siem Reap che e' vicino al piu' grande
complesso religioso del mondo sono davvero pochi i turisti che si
incontrano.
Il
gruppo era grande al punto giusto per fare di un viaggio una bella
esperienza. Chi c'era? Io ovviamente, poi Federico, Filippo, Pietro,
Andrea (italiani), Solomon, Iorgios (greci), David (Svedese), Pallavi
(indiana), Joao (portoghese). Si, caso vuole che facessimo per la
maggioranza parte di quello che alcuni prof chiamano "Club
Med Countries"!
La
partenza e' felice: l'areo parte alle 06:00 della mattina di venerdi
-ebbene si' lo ammetto, ho saltato una lezione!- e nonostante mi
fossi ripromessa di andare a nanna presto, i soliti 24 trilioni
di lavori individuali e di gruppo mi avevano costretto ad avvicinarmi
al letto solo all'una di notte...poco male, saliamo sul taxi e scopro
che 3 persone non hanno dormito affatto per finire i "compiti"!
Ah, piccola chicca: Pallavi non riesce a trovare il passaporto.
Poi 20minuti prima del decollo la vediamo arrivare! Evviva. Il gruppo
e' pronto.
Arriviamo
in aereoporto di Siem Reap e poco prima di atterrare mi accorgo
del motivo per cui ovunque sta scritto di portarsi un buon antizanzare:
e' tutto risaie (e per fortuna che noi arriviamo nella stagione
secca!). Come d'accordo con l'ostello presso cui avevamo prenotato
(qui si chiamano guest house) arrivano i taxi per prelevarci. Taxi?
Sono dei romanticissimi simil-tuc-tuc. In 4 su ciascuno capiamo
velocemente perche' la maggior parte delle persone in motorino ha
la mascherina che copre la faccia (o anche un pezzo di carta igienica
colorata!) la polvere che c'e' sulle strade non e' indifferente.
Arriviamo
a destinazione, scarichiamo prendiamo una guida e un pulmino e ci
dirigiamo verso il villaggio galleggiante del lago Tonle Sap, il
piu' grande nel sud-est asiatico. No, non immaginatevi i colori
del mercatino di Bangkok. Qui i colori vanno dal beige al marrone
rossiccio. Anche le case (non galleggianti) che abbiamo visto prima
di arrivare al lago sono tutte fatte di bambu' e foglie. Sono tutte
molto simili, piu' o meno grandi, ma con il piano terra aperto a
4 lati dove solitamente cucinano (e che funge un po' come la nostra
cantina) e un unico primo piano dove la gente dorme e mangia. Per
terra c'e' la... terra. Eppure e' tutto molto pulito, la scopano
ogni giorno (immagino anche per aver una migliore visibilita' su
eventuali ragnetti e serpenti). La guida ci confida anche che in
cambogia mangiano gli insetti ed in particolare il "big black
spider" grande come un pugno e che cotto ha un sapore simile
a quello di un pollo. Purtroppo (!) non abbiamo occasione di provarlo.
Il motivo per cui mangiano questo ragno e' semplice: in cambogia
la gente e' povera e lo stomaco in un modo o nell'altro se lo devono
riempire. E' vero, la gente e' povera. Le case sono tutte fatte
a mano. Poche sono le persone che hanno la possibilita' di farsela
in muratura. Anche la nostra guida ha una casa di bambu' e foglie
(che ci permette anche di visitare). Le persone vanno scalze per
il 95% al di fuori di Siem Reap (ma anche a Siem Reap si vedono
persone scalze).
Arriviamo
a Tonle Sap, il piu' grande lago del sud est asiatico. Se l'acqua
del lago di como mi sembrava brutta perche' nera, qui e' peggio:
e' un marrone rossiccio completamente opaco. Simile a fango. Eppure
i bambini ci giocano e gli adulti ci si lavano! Nel barchino che
abbiamo preso non ci sono giubbotti salvagente. Poco male, tanto
secondo me se cadi in quest'acqua non hai molte speranze comunque!
Nel lago non ci sono solo abitazioni galleggianti, ma negozi, chiese,
scuole e anche parco giochi! Ora (giugno) e' la stagione secca,
con la stagione delle piogge il lago si alza di 12m! (almeno cosi'
ci diceva la guida) e tutte le case galleggianti si spostano verso
la nuova riva. Visitiamo anche la scuole. Le persone sono veramente
tutte gentili. Solo nei posti turistici o all'uscita dei templi
c'e' la nenia delle persone che ti chiedono un dollaro per le cartoline,
per dei flauti di bambu, per dei pupazzetti di foglie: "uan
dolla, uan dolla"...
Al
ritorno ci siamo fermati presso la casa della nostra guida che ci
ha fatto sentire un po' di musica suonata con uno strumento a corde,
simile a un violino ma solo con due corde. E' bravo, suonava anche
in un gruppo, poi ci ha ripetuto piu' volte che ha dovuto smettere
perche' la moglie diceva che con la musica non si guadagnava abbastanza
per mangiare. Ora insegna anche inglese (stentato ma pur sempre
meglio di quello di tanti altri) durante il pomeriggio ad adulti
ma soprattutto bambini.
Ah
un'altra cosa, qui tutti usano le amache per dormirci e per farci
i pisolini pomeridiani. Pochissimi hanno un letto (ovviamente non
mi riferisco al materasso, oggetto molto raro e sicuramente costoso)
tutti usano l'amaca.
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Nel
pomeriggio ci spostiamo ad Angkor una zona con circa 40 templi.
Il complesso religioso piu' grande del mondo. La guida non si capisce
molto quando parla, e nonostante la sua buonissima volonta' comprendiamo
3 parole ogni 10, vabbe', in fondo e' gentile ed e' bello fare della
beneficienza a chi ne ha bisogno! Il costo del biglietto e' stratosferico:
20 USD. Qui tutti usano i dollari americani per acquisti turistici
e non. Mangiamo un boccone e poi entriamo dentro il primo tempio:
Angkor Wat (Wat significa tempio). Fantastico. Ci saranno oltre
42 gradi e un'umidita' che singapore ci sembra secca in paragone
e stiamo camminando ciascuno con una bottiglia d'acqua da 2 litri!
Pero' almeno c'e' pochissima gente in giro! Il templio mi piace.
Doveva essere una meraviglia nel pieno del suo splendore. Questo
complesso e' stato costruito intorno al 9°-11° secolo. Qui
attorno ci vivevano 1milione di persone (a detta della guida) poi
un re decise che era venuto il momento di traslocare, anche per
allontanare le persone da questa religione (mi sembra induista)
e spostarsi da un'altra parte, e cosi' questa zona entro' in decadenza,
finche' nel 1924 e' stata riscoperta da un archeologo tedesco. Una
volta era ricca di oro e acqua. All'interno dei templi quelli che
ora sono delle buche di anche 10m o piu' per 4m di profondita' erano
riempite d'acqua. Nel 1924 invece tutta la zona era ricoperta di
giungla. Per salire sulla cima dei templi a volte e' necessario
salire su per una ripida scalinata che ricorda quelle di alcune
piramidi messicane.
Anche
la domenica visitiamo Angkor e vediamo 7 templi. Ma ce ne sono tantissimi,
e tutti molto belli o perche' tenuti bene o perche' avvolti nella
giungla o per gli intagli elaborati...
Sabato
abbiamo visitato i templi di Angkor Wat e Ba Kaent mtn. Domenica
abbiamo visitato nella mattina i templi di: Banteay Srei, Banteay
Samre, Ta Prohm (il templio dove e' stato girato il film Tomb Raider),
nel pomeriggio abbiamo visitato i templi di: Bayon, Baphoan, Phimeanakas,
Terrace of Elephants.
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